
Quel meraviglioso specchio d’acqua blu che vedete in foto è il Lago Coe.
Ed è di fronte a questo laghetto, romantico e raccolto, che volevo assolutamente aprire gli occhi la mattina seguente al #trekking della #forradellupo.
Inutile dire quanto fossimo cotti e affamati al rientro dalla Forra, ma per scoprire come ci si sveglia in un posto bisogna passarci inevitabilmente la notte.
Quindi abbiamo deciso, nonostante tutto, di traslocare VaLento prima di cena.
Volevo svegliarmi di fronte al Lago Coe e, si sa, quando l’unica femmina del branco esprime un desiderio, è opportuno, per il bene di tutti, assecondarla.
Un’altra alba, un’altra storia:


Col primo raggio di sole siamo saltati giù dal letto con la rapidità di chi non vede l’ora di scoprire il tanto sudato panorama (io), e dell’urgenza dell’ espletare i bisogni fisiologici en plein air… loro.
Ancora una volta hanno dovuto ammettere che avevo ragione.
In men che non si dica eravamo in ciabatte, fuori dal camper, con il primo caffè caldo della mattina in mano e un pezzo di torta nell’altra, (il che ci ha impedito di immortalare il momento romantico), a far colazione di fronte a uno specchio d’acqua di un azzurro mai visto, circondato da un’infinità di verde. e.. totalmente deserto.
In realtà altro non è che un bacino di raccolta idrico, ricavato artificialmente, per l’ approvvigionamento nevoso degli impianti sciistici limitrofi di Pioverna, Costa d’Agra e Val delle Lanze. Fine della poesia, direte, dipende: perchè il paesaggio intorno e il blu del lago (balneabile oltretutto) donerebbe un momento di estasi e serenità anche alla Regina di Cuori dopo un torneo di cricket.
Un’ora e una ventina di auto parcheggiate intorno a noi dopo, eravamo pronti ad esplorare i dintorni.
Siccome siamo sprovveduti come pochi e dopo aver meticolosamente programmato il trekking del giorno precedente la pigrizia non ci aveva permesso di sforzarci di capire dove fossimo, ci è venuto naturale seguire la “coda” di turisti che iniziava a incamminarsi verso chissà dove.
“Potresti dirmi, per favore, quale strada devo prendere per uscire da qui?
(Alice nel paese delle meraviglie)
Tutto dipende da dove vuoi andare, disse il Gatto.
Non mi importa molto, disse Alice.
Allora non importa quale via sceglierai, disse il Gatto.
basta che arrivi da qualche parte, aggiunse Alice come spiegazione.
Oh, di sicuro lo farai, disse il Gatto, se solo camminerai abbastanza a lungo.

Abbiamo scoperto subito che poco distante dal lago c’era, negli anni ’60 una base Nato, la #basetuono.
Una rampa di lancio per missili che qualche anno fa (2010 circa) fu riaperta dal comune di #folgaria come museo. Oggi al suo interno si trova anche un punto informazioni e un piccolo ristoro.
Era domenica, ed era un periodo fuori da ogni stagione.. finita l’estate ma non ancora iniziato l’autunno, quindi era chiusa. Lorenzo comunque non ha perso occasione per mettersi a fare il .. missile, di conseguenza abbiamo perso quasi subito le tracce del gruppetto al quale ci eravamo celatamente aggregati.

Di nuovo (finalmente) soli in mezzo a una strada, abbiamo iniziato a seguire le indicazioni per il #giardinobotanico. Quando ci eravamo quasi convinti di averlo attraversato percorrendo viali alberati con cespugli di varie forme ai lati, arrivati alla fine del percorso e del boschetto, pronti per tornare in dietro perchè sicuramente qualche indicazione ci era sfuggita, eccolo davanti a noi: un altro spazio verde con in fondo il giardino/orto botanico/didattico.



Orto chiuso, baita pure, scattate due foto di rito, eravamo abbastanza pronti e demoralizzati per tornare al #camper per il pranzo. Lorenzo intanto aveva inventato uno dei suoi giochi mentali diabolici ammazza passeggiata, quelli del tipo: Io penso a una parola, inizia per … finisce per … è intorno a noi. Chi indovina sceglie la parola e prende un punto, se chiedi un indizio togli mezzo punto, se ne chiedi due si azzera; Jonata non era d’accordo: ogni parola doveva valere almeno due punti e ogni aiuto 0,20 centesimi di punto… insomma… abbiamo ripreso il nostro #cammino tra parole, boschi, resine, legna, arbusti, radici…. sentiero.. cartello.. freccia..?!.. FORMAGGIO!
Con lo stesso candore nel cuore di Alice quando si trova davanti a un biscotto con scritto “mangiami”, cambiamo rotta e seguiamo la promettente freccia. Il #montemaggio e la sua #malga ci avrebbero accolti e coccolati con un ottimo il pranzo.
Quasi arrivati in cima, dopo un’ora di altri boschi, resine, legna, arbusti, radici, sentieri… , incrociando un altro gruppo di avventurosi, scopriamo che la Malga è poco distante da noi… ma è chiusa.
Il senso di marcia si inverte, il gioco delle “parole intorno a noi” diventa “il gioco delle imprecazioni da fame” e delle voglie del novenne: agnolini, ragù, panino, patatine, lasagne, hamburger, stracotto.. fagioli in scatola! Quelli sui camper sono di serie.. chissà perchè..! Così, siamo tornati da VaLento, rotolando a valle.
Dopo due giorni di #colazionipanoramiche #passeggiate #scusaspostatichedevopassare, abbiamo imparato che:
La #vitaincamper ti aiuta a sviluppare un istinto darwiniano di sopravvivenza che credevi estinto dopo la scoperta dell’ acqua calda (che non avrai per tutto il week end)
Che 100 litri d’acqua se ti lavi con parsimonia bastano solo per un paio di giorni.
Che puoi essere felice senza un sacco di cose, (anche senza il formaggio se hai un camper accessoriato a fagioli)
Che quando stai bene e hai camminato per 5 ore qualsiasi cena triste prepari per tuo figlio otterrai un bel 10!
Che puoi sentirti #acasa ovunque tu sia con una buona scorta di caffè, biscotti e cioccolata
che svegliarsi ogni mattina con un panorama diverso non ha prezzo!





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Puoi arrivare ovunque.. abbi pazienza!